Voltri
(10 aprile 1796)

Vue de la ville de Voltri défendue par le général Cervoni avec 3000 français contre 10000 autrichiens, 10 avril 1796.
Acquarello, mm 530 x 800. Parigi, Versailles e Trianon

Come ordinato da Napoleone, Laharpe si dirige verso Genova.
Ma il 10 aprile, inaspettatamente, la sua avanguardia, composta dalla 70° mezza brigata granatieri e dal 1° e 2° battaglione della 99° comandata da Cervoni (3500 uomini), si scontra a Voltri con i 9000 austriaci di Beaulieu provenienti da Sampierdarena. Cervoni, constatata la superiorità numerica del nemico, esegue una magistrale ritirata. Al suo fianco il colonnello Ramponi tenta di contrapporsi alle avanguardia delle truppe di D'Argenteau. Il dispiegamento della brigata Cervoni in quelle zone era stato deciso dal generale Schérer poco prima di lasciare il comando. Lo scopo era quello di intimorire i genovesi, di far sentir loro il fiato sul collo in modo da costringerli a concedere un sostanzioso prestito di guerra. Inoltre Napoleone, proprio in quei giorni, aveva chiesto al Senato genovese il libero passaggio attraverso il valico della Rocchetta Cairo. La sua idea era quella di penetrare in Lombardia, in un prossimo futuro, utilizzando Genova come base delle operazioni.

La notizia di quei movimenti, però, era giunta alle orecchie del generale Beaulieu che aveva pensato che i francesi stessero organizzando qualcosa di grosso. Allarmato, il generale austriaco aveva spostato il suo Quartier Generale a Novi. L'armata era stata divisa in tre corpi: quello di destra, formato dai piemontesi di Colli, era stato stanziato a Ceva, a difesa della Stura e del Tanaro; quello di centro, comandato da D'Argentau, fu fatto marciare fino a Montenotte con il compito di dividere l'armata francese attaccandola sul fianco sinistro e, chiudendole a Savona la strada della cornice, bloccare l'avanzata di Laharpe e Massena. Beaulieu stesso, infine, si era posto alla guida del corpo a sinistra che doveva, coprendo Genova, marciare su Voltri. Spazzato via Cervoni e lasciato un contingente di cavalleria a proteggere Genova, il grosso di Beaulieu avrebbe dovuto andare verso Alessandria, passare nella valle della Bormida e portare rinforzi a Colli e D'Argenteau per infliggere al nemico il colpo di grazia.

L'errore di Beaulieu fu però quello di non tener conto della configurazione del paese. Dividendo le sue forze, infatti, il generale austriaco, di fatto, rese impossibile ogni comunicazione tra il suo centro e l'ala sinistra. Inoltre, per fortuna dei francesi, D'Argenteau ricevette gli ordini con un giorno di ritardo. Questo fece sì che non potè portarsi verso Savona finchè non ebbe, l'11, completata l'organizzazione e il raggruppamento delle sue forze: operazione che aveva appena cominciato. E prima che potesse muoversi, le truppe del generale Leharpe lo avevano già costretto a fermarsi. Napoleone, dopo un primo momento di sgomento, torna ad essere ottimista: se Beaulieu si è gettato su Voltri significa che non ha minimamente intuito il piano del generale francese di occupare Carcare per dividere l'esercito austriaco da quello piemontese. A questo punto risulta importante riuscire a contenere l'avanzata austriaca sulla costa, in modo da dare il tempo ai soldati di Massena e Augereau di giungere a Carcare, oltrepassata Cadibona. Data la nuova situazione è necessario però anticipare i tempi, anche se i preparativi non sono ancora stati completati. Augereau e Massena dovranno essere presso Carcare già all'alba del 12 aprile.

Dopo lo scontro di Voltri Napoleone incontra Laharpe a Madonna di Savona. Gli comunica i suoi piani e gli ordina di riorganizzare le truppe della brigata Cervoni. E' necessario infatti pensare alla difesa di Savona e raggiungere poi Monte Legino per attaccare frontalmente D'Argenteau all'alba del 12 aprile. L'offensiva austriaca, sebbene inaspettata, era stata condotta in modo confuso. Ai francesi così veniva data la possibilità di riorganizzarsi e di prendere a loro volta l'iniziativa.

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