Il Museo napoleonico di Mombasiglio ospita moltecipli stampe tratte
dagli acquarelli, dai disegni e dagli schizzi commissionati dallo stesso Napoleone
all'artista Giuseppe Bagetti dal 1802 per celebrare le più importanti
battaglie avvenute su territorio italiano durante le prime fasi della campagna
d'Italia. Altro materiale (plastici, soldatini, documenti vari), nel tempo,
andranno ad arricchire e a completare la collezione per fornire al visitatore
un quadro completo su avvenimenti che tanto hanno influenzato la storia locale
di questi luoghi. Come nascono gli acquarelli di Giuseppe Bagetti
Giuseppe Bagetti, presumibilmente, collabora con l'armata
francese fin dal 1796 - 97 anche se solo nel giugno del 1800 viene designato "capitain
ingénieur géographe artiste" presso lo stato maggiore. Dal 1802 è assegnato, per
ordine di Napoleone, all'armata d'Italia. Il suo compito è quello di ripercorrere
i luoghi dove sono avvenute le battaglie della prima campagna napoleonica in Italia
(1796 - 97;1 800) per realizzare una serie di vedute, disegni ed
acquarelli che, con precisione geografica, illustrino i momenti più importanti
che hanno visto come protagonista il generale francese ed il suo esercito. Una
sorta di reportage a ritroso per esaltare il valore dell'esercito napoleonico
e del suo comandante. |
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Nizza - istruzioni |
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Il capo sezione è il maresciallo Martinel a cui obbediscono 5 ufficiali
ingegneri topografi. Tre sono piemontesi (Brambilla, Simondi e Castellino) e
due sono francesi, Bentabole e Lassaret. Il primo proviene dal Dépot de la Guerre,
il secondo è un esperto dei nuovi metodi di rilevamento topografico e si è formato
all'Ecole Polytechnique di Parigi. Bagetti è nel gruppo in qualità
di pittore di paesaggio.
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Cherasco - istruzioni |
| Il suo non è un lavoro semplice: deve essere in grado di mettere
sulla tela dati di carattere geografico e storico ed indicazioni tecniche frutto
di un vero e proprio lavoro di squadra non trascurando, ovviamente, l'aspetto
estetico.
L'artista deve essere sempre presente sul luogo. Fa i primi schizzi che
vengono inviati al Dépot Général de la Guerre per l'approvazione e che poi costituiranno,
una volta definiti i particolari di carattere storico e topografico e le prospettive,
la base per la realizzazione di uno o più disegni. Il disegno prescelto viene
colorato a penna ed acquarello per definire i volumi e precisare i giochi di luce.
Questo, a sua volta, sarà la base per l'acquarello che comunque dovrà essere colorato
sul posto.
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La veduta vera e propria verrà poi utilizzata non solo
come strumento di propaganda politica ma anche come utile supporto per gli studenti
delle scuole militari.
Martinel ha il compito specifico di preparare le istruzioni
dettagliate da sottoporre agi artisti e da questi pretende la perfezione e la
precisione assoluta, dal momento che ormai i nuovi metodi di rilevazione topografica
riducono al minimo i margini di errore. La carta dei campi di battaglia viene
realizzata ad una scala di 1:10.000 in modo da poter rendere visibili i più piccoli
dettagli: la disposizione delle diverse colture, le vie di comunicazioni presenti,
i confini tra diversi Comuni. Gli ufficiali devono raccogliere quante più informazioni
possibili sull'evento da rappresentare attraverso lo studio dei documenti già
acquisiti dallo Stato maggiore sia raccogliendo testimonianze dirette da chi "c'era":
dal contadino che ha visto sfilare le truppe napoleoniche, al curato di paese.
Dati militari e statistici, quindi, si integrano con i particolari raccolti "a
viva voce". |
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Carcare - istruzioni |
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Tutte le indicazioni raccolte vengono poi trasportate su più lucidi
ricavati dalle piante. Su questi vengono riportati persino il movimento delle
truppe. Non manca di essere segnato pure l'angolo ottico e persino il
punto di vista da cui il pasaggio deve essere riprodotto dal pittore. Ovviamente
il punto di vista è generalmente quello di Napoleone al momento della battaglia,
anche se, talvolta, in rari casi, questo poteva subire delle leggere variazioni
se risultava troppo distante o impossibile per essere ripreso nelle vedute.
Le istruzioni riportano persino il giorno, l'ora e l'episodio
che va rappresentato. Anche se questo poi viene subordinato ai principi della
didattica militare che impongono di rappresentare tutta la linea del combattimento. Napoleone fa collocare la serie di 68 acquarelli nel 1807 nella
galleria del Castello di Fontainebleau dove si trova l'ufficio topografico
personale dell'imperatore. Sarà poi Luigi Filippo a trasferirli a Versailles.
Nel 1807 inizia l'incisione della serie degli acquarelli. L'idea è quella di
redigere un catalogo, sotto la supervisione di Napoleone. La pubblicazione "Champs
de bataille de Napolèon en Italie" continua ad essere stampato dall'Istituto
geografico francese.
Un particolare ringraziamento al dott. Giuseppe Ballauri per il materiale fotografico gentilmente fornito.
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