Dego
(14, 15, 17 aprile)
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Premiére attaque de Dego - attaque générale de la
position par les divisions Laharpe et Masséna, 14 avril 1796.
Acquarello, mm 530 x 800. Parigi, Versailles e Trianon |
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Deuxiéme vue de la ville de Dego attaquée par les divisions
Laharpe et Masséna le 15 avril 1796.
Acquarello, mm 530 x 800. Parigi, Versailles e Trianon |
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Assaut à la redoute de Montemagliano à Dego le 26 germinal
an 4. 1796, tavola 16.
Disegno a penna, inchiostro di china, acquarello, mm 400 x 610. Torino, Galleria
Civica d'Arte Moderna e Contemporanea |
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Combat de Dego le 26 germinal an 4. 1796, tavola 17.
Disegno a penna, inchiostro di china, acquarello, mm 373 x 810. Torino, Galleria
Civica d'Arte Moderna e Contemporanea |
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A Dego, gli Austriaci ricevono come rinforzo le truppe che Beaulieu
riesce a mandare da Voltri. In questo modo sono messe al sicuro le vie di
comunicazione per il Piemonte e per Milano. Gli Austriaci si sentono
tranquilli. Nonostante le perdite, sono ancora numericamente superiori e sanno
che altri uomini devono giungere dalla Lombardia. Napoleone, per ora, non
pensa ancora al Milanese. Sa che deve respingere gli austriaci e poi attaccare
con tutte le sue forze i piemontesi per portare Vittorio Amedeo III a chiedere
la pace. Il generale francese vuole ottenere il libero accesso al Monginevro
e al Moncenisio per far passare i rinforzi francesi. E' impensabile, infatti,
utilizzare la via di Marsiglia, Savona e Cadibona. E' un giro troppo lungo
da far fare ai materiali, alle truppe, all'artiglieria e alla cavalleria,
tenuto anche presente il fatto che questi giungono principalmente dal Nord
della Francia.
Il 13 aprile Augereau aveva ricevuto l'ordine di rimanere
a Cosseria con una sola brigata e di inviare il resto della divisione verso
Dego in rinforzo a Massena. Dal momento che Colli è rimasto a Ceva e gli austriaci
a Dego sembrano piuttosto tranquilli, Napoleone dà l'ordine a Massena e Laharpe,
che dell'armata francese comandano il centro e l'ala sinistra, di attaccare
la cittadina il 14 aprile, poco prima di mezzogiorno. Dopo uno scontro violentissimo
i francesi riescono a sconfiggere i 4 battaglioni presenti in città. Vengono
catturati 5000 austriaci ed i loro 19 cannoni. La ritirata del nemico è confusa,
tanto da travolgere persino tre battaglioni che sono stati inviati in loro
soccorso da Spigno. Lo stesso D'Argenteau, accorso da Pareto con due battaglioni,
viene sconfitto ed è costretto a ritirarsi verso Acqui. Alcune truppe francesi
più provate sono lasciate a Dego, mentre il grosso delle divisioni Laharpe
e Massena, alle prime luci del giorno seguente, tornano a sud verso Carcare.
Nel frattempo giunge pure la notizia della capitolazione dei piemontesi a
Cosseria.
Napoleone decide di sfruttare al meglio il momento fortunato.
Vuole marciare su Ceva e raggiungere i piemontesi. Non crede che a Dego gli
austriaci possano costituire un problema, ma per sicurezza lascia Massena
a difendere la città. Massena e i suoi, però, presi dall'euforia della
vittoria e soprattutto a causa del lungo digiuno, si disperdono per le campagne
alla ricerca di cibo, bottino e divertimento. Gli austriaci non si fanno sfuggire
l'occasione. Alle 3 del mattino, improvvisamente, una divisione di granatieri
austriaci provenienti da Voltri e comandati dal generale Vukassovich riconquista
Dego. Sembra che l'arrivo di Vukassovich sia stato del tutto fortuito. Infatti
il generale aveva ricevuto un ordine di Beaulieu, datato 14, che gli ordinava
di muoversi su Dego l'indomani. Ma la lettera era stata dettata il 13 sera.
L'errore fa sì che il generale si trovi al momento giusto nel posto giusto.
Si narra che lo stesso Massena fu costretto a fuggire precipitosamente
con i vestiti in mano da un consolare dove si stava intrattenendo con una
fanciulla, per non finire nelle mani del nemico. La notizia del disastro
giunge alle orecchie di Napoleone alle prime ore del mattino del 15 aprile,
mentre con le truppe di Augereau procede oltre Millesimo in direzione Ceva.
Senza perdere un istante Bonaparte, che teme che quella di Vukassovich possa
essere l'avanguardia di una forza austriaca più consistente, prende con sé
le brigate di Laharpe e di Victor e torna a spron battuto a Dego. Gli austriaci
però, dopo la facile vittoria, non approfittano oltre della situazione favorevole.
Napoleone vuole che Dego venga riconquistata quanto prima e i suoi uomini
gli obbediscono. Il costo dell'impresa, durata tre ore, però, è alto. Circa
mille tra morti e feriti.
La divisione di Vukassovich è fatta quasi interamente prigioniera
e i resti ripiegano su Pareto. A Dego Bonaparte, per la prima volta,
promuove sul campo un comandante, Lannes, al grado di Colonnello, per
il valore dimostrato. Il giorno seguente, il 16 aprile, nel timore di vedersi
comparire innanzi altre truppe inviate da Beaulieu, Napoleone manda pattuglie
in ricognizione fino in fondo alla vallata della Bormida di Spigno e lungo
quella del torrente Belbo alla ricerca di tracce del nemico, ma i rapporti
sono negativi. Napoleone è sollevato. In effetti Beaulieu non si è mosso dalla
zona di Acqui. Forse si aspetta che i francesi procedano in quella direzione.
Così, nonostante sull'altro fianco Séruriér ed Augereau siano riusciti a respingere
Colli da Montezemolo fino alla posizione fortificata di Ceva, Napoleone ha
perso una seconda giornata. E questo significa aumentare le probabilità di
un intervento di Beaulieu. Inoltre le truppe si stanno dimostrando, a sprazzi,
piuttosto indisciplinate, soprattutto per la mancanza di cibo.
E' quindi necessario, al più presto, lasciarsi alle spalle
le colline per raggiungere la pianura, più ricca di risorse. Dopo Dego
l'offensiva contro i piemontesi entra nella fase cruciale. Dal 17 aprile il
Quartiere Generale di Napoleone è a Millesimo. Da qui Bonaparte può impartire
l'ordine di concentrare tutte le truppe attorno al campo trincerato di Ceva.
Lì sono raccolti 13.000 soldati del generale Colli contro i 24.000 ammassati
da Séruriér e Augereau.