Savona
(9 aprile 1796)

Arrivée du général Bonaparte et de son quartier-général en vue de la ville de Savone, 9 avril 1796
Acquarello, mm 540 x 820. Parigi, Versailles e Trianon

Contro un nemico che dispone di forze nettamente superiori, Napoleone sa di dover puntare tutto sulla sorpresa e sulla rapidità. Egli intende superare il colle di Cadibona, l'unico che consente il passaggio delle artiglierie, per occupare Carcare. E' questo, infatti, il punto di congiunzione tra le truppe piemontesi e quelle austriache che così, di fatto, si troverebbero separate. Da qui spera poi di potersi scagliare contro l'armata di Colli, direzione Millesimo-Ceva-Mondovì, e di sconfiggerla prima che gli austriaci, trattenuti nella zona tra Montenotte e Mondovì, possano accorrere in suo aiuto. Condizione necessaria affinchè il piano vada a buon fine è che il nemico non si accorga di nulla, in modo da non essere spinto a prendere improvvise iniziative che lo facciano uscire dalla situazione di stallo in cui si trova.

Un vantaggio per i francesi è dato dal fatto che qualsiasi decisione venga presa dai generali austriaci, questa deve essere visionata dal Consiglio Aulico, un'istituzione di antica data, che soprassedeva ogni operazione militare. L'offensiva viene fissata il 15 aprile. Napoleone fa concentrare il grosso delle truppe comandate dai generali Massena e Augereau a Savona e a Finale Ligure. Compito della divisione di Séruriér, nei pressi di Ormea, sarebbe stato quello di far credere ai piemontesi di Colli che l'attacco sarebbe partito da lì, mentre la brigata del generale Laharpe avrebbe dovuto simulare un attacco da Voltri in direzione Genova per confondere il Comando Supremo Austriaco.

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